stefano cantadori

Intervista a Stefano Cantadori

La prima parte dell’intervista a Stefano Cantadori, product specialist DiGiCo, in occasione della demo delle console digitali della serie SD.

R: Io ho cominciato d occuparmi di audio e di luci in parrocchia, perché il prete cercava qualcuno che facesse il cinema. Così ho imparato ad usare la  macchina cinematografica del teatro dell’oratorio.

Cera anche un piccolo palcoscenico con degli amplificatori su cui suonavano un un paio di band. Quindi ho cominciato ad armeggiare in questo modo, da ragazzino.

Poi, allora a Parma c’era Davoli, una fabbrica di strumenti musicali ed impianti di amplificazione molto importante, con centinaia di dipendenti. Il sig. Davoli mi prese in simpatia e mi affidò l’ufficio tecnico. Poi Il figlio di Davoli, William, fondò una ditta di noleggi, la prima ditta di noleggi strutturata in italia, con uffici, etc.

Facevo il tecnico (il fonico). La prima cosa che mi hanno insegnato lì dentro è stata come maneggiare un peso e caricare un camion senza farsi male. Di questa una cosa di cui sono estremamente grato al mio maestro.

Un bel giorno, a forza di far tournée mi son trovato dall’altra parte della barricata. Anche perché gli amici che venivano in tour con me avevano cambiato strada, volevano fare dei lavori veri!

Quando mi sono trovato da solo, ho cominciato a lavorare presso un “potenziale” fornitore di audio professionale. Lo definisco “potenziale” perché allora non c’erano fornitori di audio professionale come li intendiamo oggi. In seguito diventammo distributori di marchi importanti (BSS, Klark Teknik, etc.).

Successivamente, siccome ebbi più di qualche qualche problema con il titolare, andai a lavorare alla Linear di Milano, che allora distribuiva JBL. Portai con me alcuni marchi dall’azienda precedente. Quando Harman acquisì la JBL, cercò di imporre altri marchi. Ad esempio Urei al posto di Klark Teknik in quanto erano in concorrenza producendo entrambi equalizzatori grafici.

A questo punto gli amici di Klark Teknink e BSS di comune accordo mi proposero di diventare loro distributore, in conto vendita. In poche parole mi dissero: “Stefano, non ti preoccupare, noi ti mandiamo la roba, tu la vendi, e quando incassi ci mandi i soldi”

E così, come in una specie di sogno americano, ho cominciato l’attività di distributore a partire dai tempi dell’analogico, molto prima dei line array. Successivamente entrarono le luci, e tutto il resto è storia, forse non proprio ben conosciuta, ma che fa parte dei tempi più recenti.

Insomma, abbiamo assistito all’evoluzione della tecnologia passo per passo, dalle valvole fino al digitale. Bisogna sempre cercare di capire come funziona la tecnologia e stare un passo avanti.

R. Innanzitutto la gente stupenda che le fabbrica. Hanno la mentalità che io desidero, quella di cui ho bisogno per stare sul mercato. Hanno dei tempi di reazione straordinari, un servizio disponibile 24/7. Chiunque chiami, da qualunque parte del mondo, trova qualcuno della DiGiCo giorno e notte che gli risponde.

Ed è in grado di dirgli cosa fare, che bottone schiacciare, se deve staccare una scheda per pulire un contatto, etc. La consapevolezza di occuparsi di professionale è una quesitone di mentalità.

Poi, dal punto di vista tecnologico, DiGiCo è un trilione di anni avanti a tutto il resto. Ad esempio le nuove schede hanno un preamplificatore microfonico con una commutazione micro-linea a bordo dotata di due convertitori da 32 bit per ciascun canale.

Di questi, i 24 migliori vengono spediti al mixer, per cui il processo viene ancora eseguito a 24 bit. Sicuramente in futuro vedremo anche delle schede di uscita a 32 bit, per cui quello che c’è in mezzo sarà processato di conseguenza. Una delle caratteristiche di tutte le DiGiCo è avere una potenza di calcolo sovrabbondante, enorme.

Inoltre, quando uno compra una console DiGiCo la vede crescere nel tempo. Ad esempio, chi ha comprato una SD9 nel 2010, l’ha vista passare prima da 40 a 48 canali. Poi a 48 canali mono/stereo, ed infine è diventata ufficialmente una 96 canali con l’arrivo della piattaforma Core 2.

La Core 2 è semplicemente un’installazione software da fare tramite una chiavetta USB. Quindi abbiamo una consolle di basso costo e di piccole dimensioni con una capacità di canali che sfida le console più costose al mondo. E soprattutto mantiene la stessa qualità di tutte le DiGiCo.

La console Digico SD9 citata da Stefano Cantadori
La console DiGiCo SD9

Ancora, tutte le DiGiCo sono compatibili con tutti gli stagerack di DiGiCo, anche quelli che possono montare le nuove schede a 32 bit. Per cui non c’è limite in qualità sonora, e tutte possono essere collegate o semplicemente in MADI punto-punto oppure in rete. E la rete DiGiCo attualmente non ha confronti sul mercato. E sono in arrivo ulteriori miglioramenti.

Leggi la seconda parte qui: DiGiCo serie SD – Intervista a Stefano Cantadori (seconda parte)