un fonico al lavoro su una console digitale

Cosa fa esattamente il fonico?

Spesso, con il termine fonico, si indica una persona con grandi abilità nel campo dell’audio. Non tutti sanno esattamente cosa faccia o come lavori, perché ci si debba rivolgere a lui e, soprattutto perché costi così tanto!

Definire accuratamente il lavoro di un fonico è una cosa abbastanza complicata. Infatti l’estensione del suo campo di azione va dai teatri alle piazze, dagli studi di registrazione alle conferenze, dalla musica al cinema, dalla radio al web. Per questo la sua professionalità deve possedere molteplici sfaccettature, sfumature e specializzazioni.

Non si diventa fonico semplicemente studiando o, come molti credono, molto più semplicemente facendo pratica. Forse questa considerazione poteva essere valida fino a qualche anno fa. Oggi invece, la formazione e la pratica devono viaggiare di pari passo, integrandosi e compensandosi di volta in volta, secondo le esigenze della propria nicchia operativa. Ma non è tutto.

Svariati tipi di apparecchi

Innanzitutto questo tecnico così particolare deve conoscere il funzionamento di svariati tipi di apparecchi. Ad esempio i microfoni per conferenza hanno caratteristiche e modalità d’uso ben diverse da quelli progettati e realizzati per la musica dal vivo. O il montaggio di un impianto audio per un concerto richiede competenze completamente diverse rispetto ad un’installazione fissa di un impianto di filodiffusione.

Un discorso a parte merita l’uso altamente specialistico che è richiesto del computer. Software di trattamento del segnale audio, di progettazione e previsione della resa sonora degli impianti, di composizione musicale, etc. Questi sono solo alcuni degli ambiti informatici nei quali si richiede che sia competente un fonico. Oltre, naturalmente, alle operazioni di base, che poi tanto di base non sono, di configurazione e problem solving dei sistemi operativi delle piattaforme Windows e Mac.

Inoltre è importante che sappia cambiare approccio e modalità operative anche nello svolgimento dello stesso lavoro. Un rack di outboard più o meno vintage pieno di manopole richiede una filosofia di lavoro molto diversa dalla configurazione di un mixer digitale di ultima generazione pieno invece di pulsanti. Naturalmente la differenza non sta solo nel tipo di controllo fisico: la strumentazione analogica richiede soprattutto un orecchio allenato, i dispositivi digitali una maggiore attenzione al dettaglio numerico.

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Cosa c’è dietro

In realtà saper usare questa o quella attrezzatura non è ancora sufficiente: anche una scimmietta ammaestrata è capace di imparare a memoria una sequenza di informazioni e comandi. Per fare bene il suo lavoro, un fonico deve sapere cosa c’è dietro ciascuna di quelle manopole e pulsanti e qual è la loro reale funzione al di là dell’effetto che producono. Inoltre occorre che sappia prevedere il risultato che genera l’utilizzo combinato di quelle manopole e pulsanti e, quando serve, sperimentare con cognizione di causa.

Dal punto di vista tecnico allora il fonico deve essere anche un ricercatore, un fisico, un matematico, un informatico, un musicista, etc.

Al servizio delle persone

Ma forse tutto questo è ancora la proverbiale punta dell’iceberg. Infatti, in tantissimi casi, un fonico svolge il suo lavoro al servizio di altre persone. Possono essere musicisti: ci sono tanti professionisti dello strumento con i quali si interagisce in maniera soddisfacente e dai quali si impara anche tanto. In altri casi sono così professionisti da far perdere la pazienza. Capita di incontrare relatori che puntano il microfono ovunque tranne che nella direzione giusta, presentatori che spengono il gelato dietro le quinte e poi ti guardano come se fosse colpa tua. Bambini emozionati con una voce così flebile che non c’è archetto che faccia il miracolo.

Per essere un fonico occorre quindi anche essere un po’ psicologo, maestro ed allievo, pedagogista ed in certi casi anche antropologo. Bisogna sapere cosa fare anche quando le cose non vanno secondo i piani ed -apparentemente- non c’è soluzione perché di fronte non c’è un mixer da resettare o un portatile da riavviare.