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Un lavoro indispensabile

Il rumorista o foley artist ricopre un ruolo di vitale importanza nel processo di post-produzione di un film. 

Il suo lavoro è necessario per simulare accuratamente esplosioni, crolli o altre situazioni pericolose che per motivi di sicurezza non possono essere riprese direttamente sul set.

Ma soprattutto è indispensabile per migliorare l’impatto comunicativo dell’intero prodotto cinematografico, per almeno 3 motivi.

1. Le immagini senza rumori non funzionano

Enfatizzare artisticamente un suono, aiuta le immagini ad evidenziare un avvenimento importante, oppure contestuale alla scena.

Per esempio, lo scricchiolio delle assi di legno del pavimento sotto i passi del killer sempre più vicino alla donna nascosta dentro un armadio, aumenta la suspense.

Oppure, un ponte di corda sospeso sulle rapide di un fiume sembra più pericoloso se si sentono le corde stridere mentre il protagonista cerca di attraversarlo.

Altre volte i rumori sono indispensabili per creare dal nulla qualcosa che non esiste in natura. 

Per esempio, suoni fantascientifici come quello delle spade laser di Star Wars o di fantasia come il verso dei Nazghoul ne Il Signore degli Anelli.

2. I suoni diretti sono meno coinvolgenti

Il lavoro del rumorista aumenta la definizione o il peso di quei suoni che, ripresi direttamente, avrebbero caratteristiche completamente diverse. Questo serve a rendere più intenso l’impatto emotivo della scena sullo spettatore.

Inoltre, rende oggetti di scena molto più realistici, come nel caso della palla di polistirolo che insegue Indiana Jones.

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Oppure, il sontuoso ed armonico stridore prodotto dalla spada di un guerriero medievale impresso nel nostro immaginario collettivo, non è un suono che una spada, per quanto lucente o affilata, farebbe nella realtà.

Solitamente si ottiene registrando molto da vicino una paletta per frittelle strofinata su una barra di metallo.

3. I rumori fanno parte della struttura del film

Un altro aspetto, anche se è meno artistico, influenza la riuscita globale del film. 

Infatti, è fondamentale permettere alle case di produzione di esportare all’estero i film mantenendo intatto il mood e la costruzione sonora del film, anche dopo il doppiaggio dei dialoghi.

Per questo motivo, si utilizza una reference video con timecode corredata solitamente di due STEM: i dialoghi in presa diretta, e la cosiddetta colonna musica/effetti.

In questa traccia, c’è tutto il resto dei suoni: musica, foley, ambienti, rumori, effetti speciali.

Una volta messo in mute lo stem dei dialoghi originali, gli attori specializzati nel doppiaggio prestano la propria voce, il proprio respiro e la propria lingua madre agli attori in video.

In pratica, il foley artist, nel contesto del sound design, è una specie di doppiatore dei rumori, che riprende suoni e rumori in sync su una reference video. 

L’ingrediente più importante: la creatività

Questi professionisti lavorano in appositi studi di registrazione pieni di rottami ed oggetti strani, che a prima vista potrebbero sembrare depositi di rigattieri o retrobottega di sfasciacarrozze.

In realtà, ognuno di quegli oggetti è uno strumento molto prezioso, capace di produrre i suoni per le circostanze più disparate che le immagini di un film amatoriale o mainstream possono richiedere.

Tutto questo è possibile grazie all’evoluzione delle tecnologia di ripresa e post-produzione, ma soprattutto alla creatività del rumorista.

D’altronde non c’è opera dell’ingegno (e dell’abilità) dell’uomo che, prima di essere realizzata, non sia stata prima immaginata.